Tóth Árpád
Da anima ad anima(Lélektõl lélekig - 1923)
Stanotte sto alla finestra e attraverso la lontananza nell'occhio raccolgo la luce di una stella tremante. Attraversa bilioni di miglia, corre in spazi gelati, neri e aridi, senza stancarsi, chissà da migliaia di anni. Questo messaggio del cielo ora mi arriva nell'occhio, e là muore felice, mentre chiudo le stanche palpebre. Per gli scienzati, lo so io questa luce è messaggero, di lontani mondi e vite a noi parenti, è testimone. La assorbo totalmente diventa mio sangue, e mi chiedo qual è il legame tra cielo e terra, tra luce e sangue. Magari soffrono le stelle, milioni di solitudini perse nello spazio, e non ci ritroviamo mai più in questa gelida notte. Non piangere stella! Dei cuori umani non sei più lontano! Qual è la maggior distanza: Il Sirio o il mio compagno? Ahimè, amicizia, ahimè amore! Ahimè la via tra le anime! Ci mandiamo sguardi stanchi e tra noi c'è lo spazio gelante. |
L'innestatoio di Dio(Isten oltókése, 1928)
Soldi, salute, successo, agli altri hai dato di più, ma io non Ti accuso, Signore, e non mi lamento con te. A soffrire non sono certo il primo, benedico la lama del tuo coltello con cui mi trafiggi di nuovo; della rabbia degli stupidi sorrido. Perché so e sento che tu mi ami, benedetto il tuo innestatoio che serve per far sorgere nuova bellezza in me. Soffro, ma stringo le labbra, so che è tua la mia lotta, la mia faccia di lacrime è bella, guarda in distanza e a Te somiglia. |