Petőfi Sándor - Sándor Petőfi
La natura
E' tornato l'autunno(Itt van az ősz, itt van újra - 1848)
E' tornato l'autunno, e, come sempre, è bello. Chissà perchè mi piace, ma mi piace tanto. Mi siedo sulla collina, e guardo attorno, di qua, ascolto il silenzioso rumore mentre dagli alberi cadono le foglie. Il raggio del sole gentile guarda alla terra e sorride, come la madre guarda affettuosa suo figlio mentre s'addormenta. Infatti, in autunno la terra non muore, ma s'addormenta. Si vede anche dallo sguardo che ha solo sonno, non è malato. Ha tolto i suoi bei vestiti, si è spogliata piano piano. Si rivestirà, quando arriva la primavera, la sua mattina. Dormi pure, bella natura, dormi fino alla mattina, e sogni tutto ciò che ti piace di più. Io la mia cetra la sfioro appena appena, il mio canto dolce sarà la ninna nanna per te. Amore, siediti accanto a me, stai qua senza dir niente mentre il mio canto vola piano come una brezza sopra il lago. Se mi baci, appoggia le tue labbra pian piano sulle mie, non dobbiamo svegliare la natura che dorme. |
Alla fine di settembre
(Szeptember végén - 1847)
E' ancora verde il pioppo davanti la finestra, ancora fioriscono i fiori nella valle, ma vedi l'arrivo dell'inverno là sopra? La cima del monte è coperta di neve. Nel mio cuore brucia il fuoco dell'estate ancora tutta la primavera ci fiorisce, ma vedi: nei miei capelli scuri si mischiano già i primi grigi. Cadono i fiori e la vita corre via... Siediti amore, sulle mie ginocchia. Tu, che ora sul mio petto appoggi la testa, domani magari piangerai sulla mia tomba. Dimmi; se sarò io il primo a morire mi coprirai gli occhi, piangendo? E ti potrà poi convincere l'amore di un altro ad abbandonare il mio nome? Se dovessi buttare il velo da vedova, attaccalo sulla croce della mia tomba, io di notte salirò dal regno della morte e lo porterò laggiù con me. Per asciugare le mie lacrime per te, che mi hai dimenticato così veloce, e curare le mie ferite di cuore perché ti amerò ancora e anche là, per sempre! |
La Rivoluzione del 1848
Mi tormenta un pensiero
(Egy gondolat bánt engemet, 1846)
Mi tormenta un pensiero,
morire in letto da solo,
consumarmi come un fiore,
che mangia un oscuro verme,
consumarmi lento come una candela
lasciata sola in una stanza vuota.
Oh Dio! Non darmi una morte così!
Voglio essere un albero
che da bufera viene strappato,
voglio essere una roccia,
che da monte a valle
viene spinta giù da un tuono rimbombante.
Quando tutti i popoli in catena
si alzano in piedi, pieni di rabbia,
avanzano con faccia rossa d'ira
e sulle bandiere queste parole sacre:
Libertà del mondo!
Lo suonano dall'oriente all'occidente,
e combattono contro l'oppressore.
Là voglio morire io, nel campo di battaglia,
là she sgorghi il sangue dal mio giovane cuore,
e quando le ultime parole gioiose
mi lasciano le labbra,
che siano coperte dal metallico rumore,
dal suono della tromba e del cannone,
e passando sul mio cadavere
che corrino cavalli calpestandomi,
verso la vittoria finale.
Là che si raccolgano le mie ossa perse,
e quando arriva il giorno del funerale,
in cui con bandiere e con musica ferale,
vengono sepolti in tomba comune
tutti gli eroi che sono morti per te,
santa libertà del mondo!
Mi tormenta un pensiero,
morire in letto da solo,
consumarmi come un fiore,
che mangia un oscuro verme,
consumarmi lento come una candela
lasciata sola in una stanza vuota.
Oh Dio! Non darmi una morte così!
Voglio essere un albero
che da bufera viene strappato,
voglio essere una roccia,
che da monte a valle
viene spinta giù da un tuono rimbombante.
Quando tutti i popoli in catena
si alzano in piedi, pieni di rabbia,
avanzano con faccia rossa d'ira
e sulle bandiere queste parole sacre:
Libertà del mondo!
Lo suonano dall'oriente all'occidente,
e combattono contro l'oppressore.
Là voglio morire io, nel campo di battaglia,
là she sgorghi il sangue dal mio giovane cuore,
e quando le ultime parole gioiose
mi lasciano le labbra,
che siano coperte dal metallico rumore,
dal suono della tromba e del cannone,
e passando sul mio cadavere
che corrino cavalli calpestandomi,
verso la vittoria finale.
Là che si raccolgano le mie ossa perse,
e quando arriva il giorno del funerale,
in cui con bandiere e con musica ferale,
vengono sepolti in tomba comune
tutti gli eroi che sono morti per te,
santa libertà del mondo!